venerdì 18 aprile 2014

SCIAMANESIMO


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SCIAMANESIMO

di La Via del Nord
per Edicolaweb



Secondo alcuni ritrovamenti, come graffiti e reperti archeologici vari, si fa risalire la datazione della nascita dello Sciamanesimo a circa 30.000 anni fa.

Esso è probabilmente la Pratica spirituale più antica attraverso la quale l’uomo ha stabilito un contatto con il divino e portato il Sacro nella quotidianità.
Non è possibile assimilare lo Sciamanesimo come una religione, in quanto quest’ultima, almeno nella sua accezione odierna, è un complesso di credenze, norme morali, atti di culto e dogmi, attraverso i quali gli uomini manifestano il loro sentimento spirituale di dipendenza nei confronti di una o più divinità.
Lo Sciamanesimo, proprio per la tipologia delle sue Pratiche estatiche, si può più correttamente definire come una pratica spirituale, eventualmente magico-religiosa, che permette di entrare in contatto con le potenze soprannaturali e divine relative alla propria cultura e fede, celebrando riti che sono a carattere magico e non religioso.
Esso prevede la capacità di intervento e di interrelazione tra l’individuo e la divinità, tra l’uomo e gli Spiriti preposti. Mentre una religione è dunque "passiva", adatta in genere alla massa, lo Sciamanesimo è una Pratica "attiva" che permette all’individuo di sperimentare direttamente, attraverso tecniche estatiche, pratiche rivolte alla Natura, Divinazione, ecc..., il mondo del Sacro e del Divino.
In un interessante libro intitolato "La Via dello Sciamanesimo Boreale" di Davide Melzi, l’autore, pur sostenendo l’impossibilità di paragonare tale Pratica ad una religione, suggerisce e rafforza tale differenza definendo lo Sciamanesimo non tanto una "religione del Credere" quanto una "religione del Conoscere".
Privo altresì di una casta sacerdotale, non si accede a tale Pratica per desiderio personale o per trasmissione ereditaria, ma solo a seguito di una "Chiamata" che arriva dall’Alto, dalla dimensione Divina che si manifesta attraverso Visioni particolari o esperienze estatiche improvvise, a volte tramite malattie o febbri altissime. Tali esperienze sono il segno tangibile che l’individuo è pronto per iniziare il Percorso che lo porterà, attraverso un addestramento particolare, dato da uno Sciamano anziano e mediante l’Iniziazione ricevuta successivamente dagli Spiriti Alleati, ad una totale reintegrazione con la dimensione divina in maniera cosciente e personalmente vissuta. È solo in questo momento che l’individuo diventa l’Uomo Sacro per eccellenza.
Il termine "Sciamano" deriva dal tunguso "Saman" ed indica un operatore magico-sacrale, padrone di tecniche estatiche che gli permettono di Viaggiare attraverso i mondi sottili per incontrare Spiriti e Dèi che compartecipano all'esistenza della propria terra e dell’esistenza stessa.
Egli è anche un medium attivo, cioè in grado di fare da ponte tra le realtà fondamentali del cielo, della terra e delle regioni infere e, soprattutto, di interagire in esse e con gli Spiriti Alleati.
Grazie alla sua preparazione tecnico-spirituale e grazie alle Guide Spirituali, egli/ella è in grado di intervenire direttamente e coscientemente sulla malattia, sia essa dell’individuo che della collettività tutta.
Ma il suo intervento non si limita a questo già di per sé importante compito: egli è infatti un vero baluardo antidemoniaco, in grado di combattere efficacemente non solo le malattie, ma anche spiriti malvagi e i maghi neri. Non è raro infatti trovare nel suo equipaggiamento magico armi di vario tipo (arco, frecce, spade, pugnali…), attraverso le quali combatte simbolicamente gli elementi nocivi e permette alla propria comunità una difesa magico-psichica di grande potenza.
Come intermediario tra i tre Piani di esistenza inoltre, lo Sciamano è anche psicopompo, in grado cioè di accompagnare l’anima del defunto verso la sua nuova sede, dopo la morte del corpo fisico.

Aspetti comuni degli Sciamani
Al di là dei metodi di cura e di intervento, dei sistemi soggettivi o tribali utilizzati, gli Sciamani, pur avendo origini ed estrazioni differenti tra loro, sono comunque accomunati da alcuni aspetti come:

1. Il percorso di "morte iniziatica" che lo Sciamano è chiamato a fare. Un Viaggio che lo porta ad un profondo mutamento della propria struttura energetica, indispensabile al fine della nuova vita che è alle porte.

2.La comprensione dell’origine e delle motivazioni della malattia, individuale o collettiva che sia.

3. Vivere il profondo contatto con l’ordine cosmico delle cose e la ricerca dell’armonia delle energie che in esso, e per assonanza nell’essere umano, fluttuano, reintegrando questo ordine laddove sia andato perduto.

4. Utilizzo di Animali di Potere (Alleati) grazie ai quali acquisisce la possibilità di trasferire dentro di sé le peculiarità dell’animale e il loro potere di Guarigione, oltre che utilizzarle come Guide per Viaggiare, Conoscere ed interagire nei Mondi sottili.

5. Utilizzo di oggetti che aiutano a collegarsi con i propri Animali di Potere, come abiti, maschere attinenti all’Alleato, o parti dell’animale stesso, come unghie, penne, ossa, ecc…

6. Importanza di "mezzi di trasporto" quali la scala, la barca o il cavallo come veicoli per accedere ai vari Piani di esistenza.

7. Il Grande Albero come componente fondamentale che regge l’universo e che viene percorso durante i suoi Viaggi. L’elemento vegetale, del resto, ha un potere di collegamento tra sfere di esistenza diverse.

8. Il tamburo che richiama gli Spiriti e che pulsa con il ritmo del cuore della Madre Terra. Esso aiuta altresì ad indurre la trance, condizione quanto mai necessaria per stabilire un contatto profondo con l’Oltremondo.
9. Il rispetto e la considerazione di cui egli/ella gode presso la tribù.

Il perché delle sostanze stupefacenti
In molte culture sciamaniche si parla dell’uso di sostanze stupefacenti che inducono rapidamente stati di coscienza alterati. Per l’Uomo di Conoscenza esiste una differenza sostanziale tra il "vedere" e il "fuggire" dalla realtà. Egli non può certo essere paragonato a colui il quale utilizza tali sostanze per "evadere" da un mondo mal accettato. Lo Sciamano non evade, non ha difficoltà ad accettare il mondo, anzi, la sua funzione è tale in quanto si prende cura di esso, mantenendo all’interno della sua tribù un equilibrio vitale tra lo stato della materia e quello dello spirito.
È necessario comprendere che l’utilizzo di tali sostanze (pur non essendo assolutamente necessario!) può essere previsto per popolazioni che hanno una struttura fisica e mentale di un certo tipo. Queste mal si sposano oggi con la società attuale, che non è più integrata nella Natura e che quindi inevitabilmente pecca nell’utilizzare ritualmente i suoi prodotti.

Le tracce dello sciamanesimo scandinavo
Pur non esistendo documenti storici (come del resto per molte altre Tradizioni) che possano indurci a parlare specificatamente di Sciamanesimo Nordico, sappiamo con certezza che tutta la Tradizione del Nord Europa è caratterizzata da questa Pratica magico-spirituale. Questa certezza viene non solo da quello che l’archeologia ci ha tramandato, ma anche, e forse per certi versi ancora più importante, da un’attenta lettura del Mito nordico, nel quale si possono trovare Carmi e Saghe che indicano inconfutabilmente la presenza costante dell’elemento sciamanico, soprattutto mediante la conoscenza e l’uso delle Rune.

 Nella Voluspà, per esempio, la Veggente interrogata, parlando dell’inizio del mondo e della sua fine, sottolinea il sacrificio di Odino alla fonte di Mimir per ottenere la Conoscenza.

 Sempre nello stesso testo, citando le tre Norne, le tre Tessitrici, si parla dell’incisione di Rune da parte loro su assi di legno.

 Si riferisce inoltre dell’Yggdrasill, il Grande Frassino che sorregge l’universo intero. Esso è parte fondamentale della Tradizione nella Vecchia Fede, così come l’ Albero universale è parte delle Tradizioni sciamaniche di tutto il mondo.

 Nella Canzone dell’Eccelso Odino accenna al suo sacrificio sul Frassino per raccogliere le Rune e della cautela che l’uomo saggio utilizza nell’impiegarle. Il sacrificio di Odino ha un’evidente connotazione di percorso sciamanico.

 In altri Carmi si parla di trasformazioni di Wotan (Odino) in animali per conquistare l’idromele, o per compiere viaggi in giro per il mondo, ma anche della sua capacità di viaggiare in luoghi lontani, "lasciando che il corpo giaccia addormentato nella sua tenda". La prerogativa inoltre di trasformarsi in animali e uccelli (corvi e aquile) per aiutare gli eroi, non è solo di Odino ma anche di altre divinità.

 Nel Carme di Sigrdrifa poi, l’uso delle Rune viene indicato per effettuare Guarigioni e incantesimi.

 Si dà molta importanza inoltre ad elementi come la divinazione e la stregoneria ("Fjolkyngi"), arte quest’ultima che significa "molta conoscenza" e che nulla ha a che vedere con lo stereotipo che si conosce oggigiorno di essa, alimentato da una visione religiosa medioevale sicuramente esasperata e coercitiva, della quale ancora oggi se ne sente il retaggio.

È proprio la somma di tutti questi elementi insomma, che ricorrono costantemente nelle più celebri raccolte in prosa, a confermare come la Tradizione Nordica abbia delle indiscutibili basi sciamaniche.

Gli Sciamani Guerrieri
Un interessante e particolare aspetto che caratterizza lo Sciamanesimo del nord Europa, è che esso veniva utilizzato non solo per scopi di Guarigione, ma anche a fini puramente bellici. Significativo è il ritrovamento archeologico della piastra in bronzo rinvenuta a Torslunda in Svezia, dove si riconosce un Guerriero Ulfedhinn con le proprie armi di appartenenza (lancia e spada corta).
Nelle Saghe norrene si fa riferimento a dei particolari guerrieri che, addestrati con tecniche sciamaniche, formavano gruppi di combattenti particolarmente potenti e temuti dagli avversari.
Questi combattenti si distinguevano in tre caste:

1. Berserker (Uomini-Orso)

2. Ulfedhnar (Uomini-Lupo)

3. Svinfylking (Uomini-Cinghiale)

Votati a Odino/Wotan, questi Guerrieri Sacri, erano in grado di canalizzare quella potente energia conosciuta come Ond e, tramite particolari rituali, ad entrare nella condizione di "Wodhiz" (furore guerresco ispirato).
Questa frenesia permetteva loro di recarsi in battaglia seminudi, indossando solo la pelle del loro animale totemico. Prima del combattimento venivano presi da questa estasi mistica, ringhiando, ululando e ruggendo e nella mischia dimostravano una forza disumana, non avvertendo il dolore delle ferite e combattendo come "belve inferocite".

Si è ipotizzato che i guerrieri totemici scandinavi e germanici, per ottenere questi effetti, assumessero prima della battaglia birra e amanita muscaria, un potente fungo allucinogeno, oltre che un notevole stimolatore dell’attività psico-fisica.
Una particolare attenzione meriterebbe in questo senso il concetto della bevanda sacra che mette in contatto l'uomo con le divinità, cosa questa che non è assolutamente estranea alle prime culture indeuropee (cfr. la figura del dio-bevanda "Soma" ne "Le Sorti del Guerriero" di Dumezìl).
Di fatto i Berserker e gli Ulfhednar erano Guerrieri Sacri ad Odino/Wotan, e secondo il mito era proprio lui ad indurre l'estatico stato di Furia, fino a provocare delle vere e proprie trasformazioni sul piano fisico.
Per comprendere maggiormente l’aspetto del Wodhiz è necessario innanzitutto analizzare la sfera semantica della radice indoeuropea di Wotan che è "wat" e che sta ad indicare la "furia divina" (di cui anche l’antico irlandese "faith" cioè "veggente, profeta"). Wat è la dimensione sovrumana alla quale si apre appunto il Guerriero Sacro e attraverso la quale egli raggiunge lo stato di estasi guerriera chiamato appunto Wodhiz. Esso è dunque il trascendere della dimensione umana ed entrare in quella divina, incanalando l’energia sovrumana usata poi in battaglia. Si è a conoscenza che per canalizzare questo stato, si effettuasse un rito chiamato "Hamrammr", "mutamento di forma" e che per ottenere ciò si usassero principalmente tre sistemi: l’uso di droghe, la bevuta rituale e la danza rituale.

1. Il primo sistema riguardava sostanzialmente quanto descritto sopra circa la mescolanza dell’amanita muscaria tagliata a fette e integrata con altre erbe, mescolata con birra, "ricetta" della quale però attualmente non si più nulla, almeno stando alle nostre informazioni. L’uso del fungo allucinogeno sembra fosse proprio dei Berserker.

2. Attraverso il "Bragafull", la bevuta rituale tracannando una birra molto forte, ma non è chiaro se con l’aggiunta di pezzi del fungo allucinogeno.

3. La Danza di Guerra dei Guerrieri intorno al Fuoco (più adatta agli Ulfedhnar) sempre con l’uso ritualizzato di più corni di birra (privi con molta probabilità dell’amanita muscaria).

Inoltre la figura del guerriero sciamanico nordico si fonda principalmente sul "Contratto col Dio", ottenendo da esso protezione. Si sa infatti che Odino/Wotan, fecondo di vittoria ("Sigrsaell") benedice i suoi imponendo loro le mani sul capo ("gaf heim bjanak") in un gesto ieratico, veicolo di sicura protezione.
Era questa somma di cose che permetteva al Guerriero di incanalare la potente energia del Wodhiz, energia che lo portava a contatto con il "Berserkrgangr", chiamato anche la "furia del Berserkr", termine questo usato anche per gli Ulfedhnar.
È da notare che dalle Saghe si è creata spesso una confusione tra i Berserker e gli Ulfedhnar e questo probabilmente dovuto anche al fatto che in alcuni dei loro nomi vi erano elementi sia del lupo che dell’orso. Si ha notizia di nomi come Bjornulfr o Bjarnhedinn e così via. Questo può sicuramente essere stato un elemento che ha permesso di creare un po’ di confusione nell’attribuzione di aspetti relativi alle due confraternite guerriere ("Mannerbunde" in lingua Sassone).
Al contrario di quello che si dice comunemente sui Guerrieri Sacri, l’Uomo-Orso combatteva da solo mentre l’Uomo-Lupo combatteva in gruppo.
È più facile supporre che al Berserkr (singolare di Berserker) occorresse la spinta dell’allucinogeno, mentre l’Ulfedhinn (singolare di Ulfedhnar) ricorresse alla "forza del branco" e alle Danze di Guerra, insieme naturalmente all’assunzione di bevande che aiutassero ad indurre lo stato di estasi guerriera.
I Guerrieri Sacri erano tali non solo perché erano votati a Odino, ma perché erano a tutti gli effetti degli Sciamani (proprio come il Grande Padre) e ricevevano tutto l’addestramento sciamanico necessario, con la differenza che venivano addestrati solo per la guerra. In genere chi aderiva a queste confraternite era un individuo che riceveva una "Chiamata" o che aveva un "Sentito" profondo che andava al di là della ragione umana e che lo spingeva ad aderire, spesso giovanissimo, a questi tanto particolari quanto speciali gruppi di guerrieri.
Sopra tutti si noti la capacità di questi individui, riportata in talune Saghe, di combattere contro le schiere nemiche lasciando il loro corpo addormentato nella tenda… (altro elemento sciamanico).
I Berserker furono per lunghissimo tempo le guardie del corpo del re di Norvegia. Essi traevano la forza dall’orso, loro animale totemico (la parola scandinava Bar/Ber sta ad indicare l’orso e la sua forza).
La parola scandinava "ulf" ("wulf" in lingua tedesca e "wolf" in lingua inglese) significa "lupo" e allo stesso modo dei loro "cugini" Orsi, traevano e utilizzavano la forza dal loro Animale Totemico: il lupo.
Il giaco di pelle degli Uomini-Lupo era chiamato "Vargstakkar".
Anche in ambito celtico si ritrovano elementi molto simili ai Guerrieri Sacri nordici: Radnor, principe gallese, muove guerra ai suoi nemici in forma di lupo; il libro scritto all’incirca nel 13° secolo "Le meraviglie dell’Irlanda" sostiene che "esistono alcuni uomini che hanno il potere meraviglioso di assumere a loro piacere la forma di un lupo" e anche nella letteratura arturiana (peraltro molto influenzata dalla religione emergente del cristianesimo) si fa riferimento ad un cavaliere di nome Ulfius (evidente la radice scandinava del suo nome), assistente di Uther Pendragon, che viene consegnato alla storia contemporanea come appartenente al Clan del Lupo. Un fatto che forse può indicare un possibile influenzamento delle genti scandinave su quelle celte anche in fatto di Sciamanesimo, benché non esistano prove concrete di uno Sciamanesimo Celtico, almeno rispetto ai parametri standard attraverso i quali si identifica un percorso sciamanico.
E ancora le gesta del leggendario eroe irlandese Cuchulainn, al quale spuntavano più occhi durante la battaglia e che arriva persino ad uccidere suo figlio perché non lo riconosce, in quanto pervaso dal furore guerriero. Nel "Tain Bo Cualnge" si legge: "per acquietare la sua collera gli accostavano tre mastelli di acqua fredda. Lo si immergeva nel primo ed egli riscaldava l’acqua contenutavi in tal modo che questa dirompeva spezzando il contenitore di legno ed i cerchi che lo cingevano proprio come succede quando si schiaccia il guscio di una noce. Nel secondo mastello l’acqua formava delle bolle grandi come una mano. Nel terzo infine c’era ancora un calore così alto che alcuni lo sopportavano ma altri sicuramente no." Anche per i Guerrieri scandinavi il calore poteva essere un problema, al punto tale che un eccesso di esso poteva ucciderli.
In ultimo una piccola nota sugli Svinfylking, gli Uomini-Cinghiale (dal norreno "svin" cioè "cinghiale"), dei quali pochissimo si sa se non che erano abili nei travestimenti, combattevano in gruppo con la disposizione a "Testa di Cinghiale" particolare formazione a cuneo che permetteva loro di insinuarsi meglio e di aprire il fronte nemico. I due primi Svinfylking che componevano la testa del gruppo erano chiamati "Rani", cioè "musi" ed erano i due migliori combattenti d’ascia.

Conclusioni
Concludiamo con un piccolo scritto tratto dallo "Sciamanesimo boreale" scritto da Davide Melzi, ritenendo che in queste poche frasi, ci siano le parole per un’adatta conclusione dei nostri scritti.
"La ricerca delle risposte ultime dell’esistenza, o di chi posa aiutare il cercatore a trovare queste risposte, è una cosa che può essere fatta solo personalmente e che richiede un coinvolgimento totale.
Sono cose che sicuramente non si ottengono dai libri, o seguendo qualcuno dei falsi maestri e dei ciarlatani che trovano nella confusione intellettuale e spirituale dei nostri tempi un terreno fertile per i loro inganni. La Via verso la Verità è invece qualcosa che va percorso giorno per giorno, istante per istante,... ...è una pratica continua che non lascia da parte le cose più umili e apparentemente banali della vita; è un cammino lungo il quale può capitare di dover lasciare da parte le cose a cui eravamo più legati, e di doverci disfare delle nostre illusioni più preziose e piacevoli.
Lo Sciamano è l’uomo che ha percorso questa strada ed è arrivato alla conclusione della sua Via."


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